Come accade ormai da qualche anno, incoraggiato dai discreti risultati ottenuti torno a scrivere le mie considerazioni sulla prossima stagione invernale relativamente al nostro Triveneto, squisitamente su base probabilistico-teleconnettiva.
Premettendo che l’inverno 2012-2013 presenta parametri teleconnettivi di particolare difficoltà interpretativa e/o addirittura con caratteristiche inedite, andiamo brevemente a diagnosticare le principali teleconnessioni predittive:
La QBO (Quasi Biennial Oscillation) dovrebbe rimanere nettamente negativa per tutta la stagione; il SF (Solar Flux) nonostante la prossimità del massimo del ciclo 24 continua a presentare caratteristiche di notevole debolezza; l’ENSO (El Nino Southern Oscillation) dovrebbe mantenersi in fase positiva (NINO) ma su valori inferiori a 1, quindi di debole intensità; la PDO (Pacific Decadal Oscillation) continua nella sua fase negativa mentre la AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation) si presenta ampiamente positiva.
Un occhio di riguardo dovrà infine essere rivolto alla ESC (Eurasian Snow Cover) attualmente in linea con le medie del periodo e alla drammatica situazione tardo estiva dei ghiacci artici che quest'anno hanno registrato il minimo assoluto di estensione.
A fronte di tale panorama teleconnettivo credo ci si possa aspettare una partenza stagionale molto ritardata con prevalenza di pattern EA+ , nonostante un Vortice Polare disturbato proprio a causa del deficit dei ghiacci artici.
L’inizio della stagione infatti potrebbe essere condizionato dalla presenza più settentrionale della media del sistema cella di Hadley-cella di Ferrel con conseguente localizzazione ben oltre il 55° N del solco subpolare depressionario e intorno al 40/45° della fascia anticiclonica subtropicale.
La probabile crescita sostenuta dello Snow Cover grazie alla scarsa dinamicità nel settore orientale europeo potrebbe aprire scenari diversi per la seconda parte della stagione, indicativamente dopo le festività di fine anno; in questa fase la progressiva termicizzazione dell’est europeo dovrebbe instaurare un regime anticiclonico continentale, freddo e asciutto. Una variante a tale situazione potrebbe essere data dalla discesa di nuclei freddi artico-continentali (gocce retrograde) in grado di produrre ciclogenesi mediterranee particolarmente “produttive” sul nostro territorio.
Per riassumere mi aspetto un inverno triveneto a due facce: una prima mite , relativamente poco piovosa (pochi episodi anche se rilevanti), molto umida, all’insegna di un atlantico solo temporaneamente debolmente ciclonico; una seconda di segno opposto, fredda e asciutta, continentale con possibilità di eventi perturbati anche di notevole portata, sempre di tipo continentale e accompagnati da precipitazioni frequentemente di “tipo solido”.